Il mito di Perseo, il terapeuta e la comunità terapeutica

Il mito di Perseo, il terapeuta e la comunità terapeutica

A.P.A.I. - PERSEO

il mito di perseo, il terapeuta, e la comunità terapeutica

Dott.ssa Mara Capozzi

Il mito di Perseo ci offre un archetipo potente per presentare la nostra l’attività e gli scopi della nostra Associazione.

La Dott.ssa Henriette Dekkers nel seminario di aprile 2005 ha dato un suo contributo parlando di “ Perseo come archetipo dell’amore psicoterapeutico nei confronti della sofferenza e il coraggio spirituale nella lotta contro le forze distruttive. La volontà e il coraggio dello psicoterapeuta.”

In questo titolo è riassunta l’essenza delle qualità necessaria allo psicoterapeuta: amore, volontà, coraggio contro le forze distruttive che impediscono lo sviluppo individuale e della comunità.

 

ATTUALITÀ DEL MITO DI PERSEO NEL PROCESSO TERAPEUTICO

Perseo agisce nel processo tra Mercurio e Giove in equilibrio con il Sole.

I suoi gesti ci ricordano il movimento mercuriale del sistema ritmico e le forze di Giove che danno coscienza, forma e delimitano in modo arrotondato.

Questo processo è possibile per l’equilibrio e il calore delle forze solari che sviluppano l’anima razionale e affettiva, base per la coscienza.

L’immagine di Perseo è movimento nella volontà e nei pensieri, i calzari sono alati come l’elmo.

Nel momento di pesantezza, paralisi, malessere, è importante essere veloci e cambiare prospettiva. Devo guardare il mondo con un’altra ottica, un’altra logica, con altri metodi di conoscenza e di verifica. Emerge il tema del tempo nel processo di cura, come possibilità di prevenzione e di agire “in tempo”, in modo che i sintomi non diventino parte dell’identità del paziente.

Possiamo affrontare l’identificazione con la malattia in modo strategico e creativo dopo aver affrontato i sintomi più invalidanti.

Una qualità fondamentale in psicoterapia è la coscienza sia del terapeuta che del paziente nel riconoscere la potenza della Medusa. Questo atteggiamento permette di non affrontare direttamente la Medusa cadendo nell’illusione di essere più forte e allo stesso tempo di non abbassare l’attenzione e lo sguardo. Al contrario, Perseo, non la guarda negli occhi per non restarne pietrificato ma guarda direttamente davanti a sé perseguendo con serietà il suo obiettivo. Uno sguardo che vede il futuro e nello stesso tempo rimane collegato con il passato dentro di sé. Responsabilità e coscienza in ogni azione.

Solo le forze di Michele, come nuovo Perseo, che ha volontà e coraggio di identificarsi nella sofferenza, possono affrontare le sfide che il processo terapeutico pone.

IL TERAPEUTA E LA COMUNITÀ TERAPEUTICA

Lo studio è il primo gradino del cammino interiore.

Il Dott.Ad Dekkers ci segnala che è importante studiare per due motivi. Il primo motivo è in rapporto ai contenuti che sono insegnamenti esoterici tramandati da secoli e millenni, quindi studio come conoscenza, “Le conoscenze esoteriche diventano occhi nel mondo spirituale”.Il secondo motivo è lo sforzo e l’esercizio di pensiero che si fa per comprendere ciò che viene detto.

Sergiei Prokofieff aggiunge che con questo impegno nello studio “cerchiamo di fare un passo dai pensieri umani attraverso cui ci viene data l’Antroposofia ai pensieri cosmici……e con un altro passo possiamo diventare degli artisti dell’interiorità….ognuno può cercare di trasformare le forze in cui l’Antroposofia gli viene data in quadri viventi, in una immaginazione vivente della propria anima.

Un programma di Formazione dovrebbe valorizzare prima di tutto lo studio, come punto centrale da cui si dirama la pratica clinica. Tre sono i momenti del percorso formativo di studio svolto all’interno dell’associazione “APAI-PERSEO : la RICERCA (l’ambito sociale), lo STUDIO delle conferenze di Steiner (ambito del pensiero) e la diagnosi e la definizione del possibile trattamento dei CASI CLINICI (ambito della volontà)

Questo fruttuoso percorso ha intensificato la possibilità di lavoro interdisciplinare e il legame delle discipline professionali con la più ampia e generale visione antroposofica fino ad essere riconosciuti formalmente dalla Società Antroposofica anche a livello internazionale

Steiner richiama a questo riconoscimento, dopo l’incendio del primo Goetheanum il 31 dicembre 1922, in modo che venga sentito, in senso spirituale moderno, il comandamento: “onora tua madre e tuo padre, affinché ne venga bene in terra”.

Conosciamo, e abbiamo sperimentato anche nelle nostre biografie, la forza che può derivare da far fluire l’eredità da una generazione all’altra collegando passato e futuro. A ciò si aggiunge il lavoro che il terapeuta può fare con l’autoeducazione o” cammino interiore” che contribuisce a creare possibilità per rafforzare i legami tra singoli e comunità, tra discipline e Società Antroposofica.